Ognuno mette quello che ha
Tre attrici nella vita e nella finzione dello spettacolo, Gabriella Di Luzio, Giò Di Sarno, Sara Pastore, dotate di una non comune versatilità armonizzata in giusta dose con ironia e intensità. Tre storie di vita, ciascuna con qualche scheletro nell’armadio al di là delle maschere indossate per la circostanza, portate in scena in uno scoppiettante atto unico (tre velleitarie aspiranti attrici in attesa di fare un provino) scandito a un ritmo scrosciante di monologhi, battute, colpi di scena e stacchi musicali di motivi famosi e di parodie in un crescendo di trovate che non dà tregua al pubblico. Lo spettacolo è, qua e là, impreziosito dal ricorso al napoletano con cui Giò e Gabriella, entrambe di origine partenopea, duettano, rivaleggiano e si riappacificano, donando alla rappresentazione un surplus di verve gioiosa e ammiccante.
Nella pièce Giò è (tra Gabriella, bionda, e Sara, rossa) la bruna prorompente e passionale in un ruolo che le offre la possibilità di esibire il suo eclettismo passando da un dolente monologo, su un tradimento subìto dall’uomo che ama, a una strizzatina d’occhio a uno dei suoi cantautori preferiti (Sognando di Don Backy) a uno dei suoi più apprezzati cavalli di battaglia, eseguito nella parte di una traballante ubriaca: La toppa di P. P. Pasolini – P. Umiliani.